Hexen, Nymphen und die ewige Loreley

Dare alle giovani musiciste l'opportunità di esibirsi è lodevole, ma farlo con un programma ben strutturato lo è ancora di più. Un concerto "Hexen" a Zurigo, Sciaffusa e Wetzikon lo ha dimostrato.

Da sempre, le donne hanno rappresentato un lato minaccioso per il mondo maschile: sinistro, seducente, velenoso e diabolico. Le streghe venivano bruciate in Svizzera fino al 1782. La donna seducente e fatale, la femme fatale, ha ispirato innumerevoli pittori, poeti e compositori; sirene e ninfe erano particolarmente popolari nella letteratura e nell'arte durante la fin de siècle. Tempi passati?

Non proprio, perché anche in tempi recenti ci sono stati esempi di roghi di streghe in Africa e in Asia: Il compositore Maria Porten ha colto l'occasione per organizzare il concerto Streghe in cui, secondo le sue stesse parole, ha voluto presentare "vari aspetti della magia e dell'incanto". La serata ha spaziato da una romantica canzone in versi alla prima mondiale dell'opera processo alle streghe di Porten, tutti interpretati in modo superbo dai giovani musicisti.

Le prime canzoni erano dedicate alla Loreley, che attrae gli uomini con il suo canto e li fa precipitare nella sventura. È innocuo il modo in cui Friedrich Silcher mette in musica questa storia nella sua famosa messa in scena dell'altrettanto famosa poesia di Heine; come se la creatura elfica non riuscisse a trattenere una goccia d'acqua. Una dimostrazione di bellezza romantica, cantata da Anna Herbst con un'ammaliante cantilena. Più abissale l'ambientazione di Franz Liszt, che interpreta il testo, drammatizza ed enfatizza la sfortuna dei barcaioli.

Rusalka incarna l'immagine del desiderio femminile. Anna Herbst ha cantato la famosa aria dell'omonima opera fiabesca di Dvořák in lingua originale con una voce fondente, accompagnata con sensibilità da Sarah Tabitha Staehli al pianoforte. Il melodramma di Max von Schilling, composto nel 1903 Il canto delle streghe è stata eseguita da Werner Bärtschi sia come narratore che come pianista. Ambientato nell'atmosfera della fin de siècle, racconta la storia di un monaco innamorato che non riesce a dimenticare la melodia cantata dalla strega amata sul rogo. Un brano suggestivo, leitmotiv, con un potere di attrazione simile a quello delle sirene. Bärtschi ha dato al dramma legato al tempo un carattere ossessionante.

Maria Porten contrappone a queste proiezioni del mondo maschile del XIX secolo la sua visione delle streghe: spiritosa, giocosa, elfica, in altre parole, assolutamente positiva. La sua musica gestuale ha qualcosa di coerente in tutte le sue opere. Il primo pezzo è stato la sua interpretazione della ballata di Brentano Informazioni su Bacharach am Rheine per voce parlante e violoncello, poi il piccolo ciclo Dal cappello di Hermes per soprano, violoncello e arpa su testi di Ariane Braml. Porten gioca con tutti i tipi di suoni e ingredienti. Il dialogo tra il violoncello - suonato in modo drammatico e virtuoso da Ioanna Seira - e la voce cantata (Anna Herbst) è abilmente costruito. Il brano che dà il titolo all'opera è spiritoso, con ritmi di danza, battiti sul corpo dell'arpa o l'uso di un fischietto; nell'ultimo brano, l'arpa ha evocato l'ondeggiare delle Nebbia densa (Corinne Kappeler).

Il programma si è concluso con la prima mondiale del cortometraggio Processo alle stregheun brano per soprano, arpa, violoncello e pianoforte. Secondo Porten, la "visione scioccante dell'esecuzione di un'innocente creatura della natura" mancava di mordente musicale, anche se un piccolo sfogo viene osato alla fine con potenti colpi di violoncello e cluster di pianoforte. Un concerto che non si è concentrato tanto sugli orrori e sulle prospettive maschili della femme fatale quanto sull'offerta di momenti variegati e densi di atmosfera.
I concerti si sono svolti a Zurigo, Wetzikon e Sciaffusa dal 24 al 26 gennaio.
 


Prima mondiale di "Verhext" di Mischa Käser

Il compositore, coreografo e regista definisce la sua ultima produzione "Un campo minato musical-teatrale", che ha debuttato con il tutto esaurito alla Tanzhaus Zürich il 23 gennaio.

Sibylle Ehrismann - Qualunque cosa suoni e accada sul palco, Mischa Käser ha tutto sotto controllo. Anche quando concepisce la musica, questa è sempre legata a idee di movimento e azione, che poi realizza sul palco. Il punto di partenza e l'ispirazione per questo spettacolo è la relazione di Rico Czerwinski Stregatoche racconta di un campo minato emotivo: Figlia, padre, madre.

Le azioni della figlia Tanja (Jelena Dojćinović) fungono da "guida". La regista "coreografa" i ballerini come immagini surreali di ricordi e li lascia liberi di seguire la sua incredibile storia familiare. Il risultato sono sequenze enigmatiche di immagini che fanno sempre riferimento a relazioni fallite.

Lisa Beese, Kilian Haselbeck, Sonja Rocha e Nicolas Turicchia hanno danzato queste coreografie estreme con vigore espressivo e convincente pregnanza. Il contrabbassista Daniel Studer ha suonato e improvvisato con gesti virtuosi ed eloquenti. Studer si trovava alla sinistra del palco, con un quartetto d'archi del Collegium Novum Zürich posizionato alla sua destra, tutti musicisti eccezionali. Le bizzarre idee coreografiche di Käser e la sua musica poeticamente suggestiva si completavano di volta in volta per creare magnifiche "immagini da incubo".