Büchel appena scandagliato
Balthasar Streiff e Yannick Wey hanno esplorato a fondo il suono e il repertorio di questo antico strumento. Ora presentano un'impressionante raccolta di brani in termini di suono e scrittura.

Il Büchel è la versione maneggevole dell'alphorn, per così dire. Il nome deriva dalla parola "piegare" e deriva dal fatto che il corpo sonoro è piegato due volte e di conseguenza è più corto. Il Büchel è classificato come strumento di ottone, è rivestito di corteccia di betulla e ha un suono simile a quello della tromba barocca. Come la tromba barocca e l'alphorn, non ha né fori né valvole, per cui le note devono essere prodotte esclusivamente tramite la pressione dell'aria e l'embouchure. In un'intervista sulla piattaforma online, Balthasar Streiff spiega che il fatto che il Büchel abbia ancora oggi un'esistenza piuttosto misera, mentre l'alphorn sta vivendo un boom in un'ampia varietà di contesti musicali, è probabilmente dovuto al fatto che è così difficile da suonare Aprire il pianeta del suono. "Poiché tutto è più piccolo rispetto all'alphorn, è più delicato, più difficile e richiede un approccio migliore".
Originariamente scultore, Streiff ha trovato la sua strada verso la musica attraverso la land art e il concetto di esplorare lo "spazio" attraverso il suono. Per molti anni ha esplorato i suoni dell'alphorn e di molti altri strumenti a fiato naturali provenienti da tutto il mondo. Si è fatto conoscere non da ultimo con il duo sperimentale Stimmhorn, che ha pubblicato cinque album e ha vinto lo Swiss Cabaret Award. Yannick Wey è assistente di ricerca presso l'Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna e suona la tromba e il Büchel in varie formazioni e da solo.
Con il Büchelbox e il libro musicale pubblicato contemporaneamente, che si basano su un anno di intense ricerche, i due musicisti presentano la prima raccolta di brani di Büchel completa dal punto di vista stilistico, storico e geografico. L'arco cronologico spazia dai compositori barocchi italiani e austriaci Bartolomeo Bismantova e Romanus Weichlein a brani anonimi e "tradizionali", trascritti tra gli altri dal musicologo tedesco Christian Kaden, fino alle composizioni del compositore di Svitto Alois Bucher, alias Büchel-Wisi, morto nel 2009, e dello stesso Balthasar Streiff. Molti contributi sono legati alla Valle della Muota, la roccaforte svizzera di Büchel, ed evocano immagini di splendidi mondi montani semplicemente per abitudine. La diversità stilistica dei 47 pezzi brevi simili a vignette è notevole. Il Segnali dei pastori della Turingia La musica ricorda i giochi di domande e risposte del gospel, mentre i tre duetti anonimi dell'Ungheria, che risalgono al XVIII secolo, hanno un tono più alto e un suono decisamente spettrale. Il fatto che i toni a volte scivolino naturalmente e che la scala non si adatti alla musica radiofonica convenzionale del nostro tempo crea comunque un ponte affascinante tra la tradizione senza tempo e la modernità sperimentale.
Büchelbox. Balthasar Streiff e Yannick Wey. Zytglogge, EAN 7611698043694
Il libro di musica per il CD è pubblicato da Müllrad-Verlag di Altdorf (Art.Nr. 1064, Fr. 34.00).