Un inchino al barocco
Con "Quasi manualiter" per organo, Pier Damiano Peretti getta sottilmente un ponte dal nostro tempo ai modelli barocchi.
Con questo lavoro, il compositore e organista Pier Damiano Peretti, che insegna all'Università di Musica e Arti dello Spettacolo di Vienna, dà un interessante contributo al genere della "nuova musica per organi storici" - un'idea che fortunatamente sta ispirando sempre più compositori e che si spera abbia anche una crescente influenza sui programmi concertistici di molti organisti. Peretti parte da uno strumento barocco di tipo austro-tedesco meridionale, di cui esistono diversi esempi anche in Svizzera, cioè un organo a due manuali con un'ottava corta nel manuale e nel pedale e un temperamento ineguale nello stile del XVIII secolo. Le istruzioni di registrazione possono essere facilmente realizzate anche su strumenti più piccoli. Sebbene il pedale sia necessario, non svolge alcuna funzione speciale, come indica anche il titolo. Quasi manualiter che colloca l'opera nello stile barocco tra "la pubblicità ecclesiastica e l'intimità domestica" e allude alla "intercambiabilità" degli strumenti a tastiera di ogni tipo dell'epoca.
Il ciclo è aperto da un primo movimento monotono, simile a un'educazioni, seguito da un piccolo movimento giocoso per flauto a quattro piedi intitolato "fantastico". Un movimento che oscilla tra una sarabanda ("quasi organo di paese rotto") e un'agile corrente costituisce il fulcro; un breve recitativo e un movimento finale di tipo danzante completano l'opera, che dura circa dieci minuti. In questi brani brevi, ma tecnicamente e ritmicamente impegnativi, Peretti crea abilmente un legame tra il linguaggio tonale del nostro tempo e un gesto musicale che, pur accennando ai suoi modelli storici, non risulta "neobarocco". Conclusione: un arricchimento del repertorio che può essere ottimamente combinato con opere barocche.
Pier Damiano Peretti: Quasi manualiter per organo, D 02 531, € 14,95, Doblinger, Vienna