La vita quotidiana di un musicista nel Barocco
In quali condizioni sociali lavoravano i musicisti di allora? - Un libro atteso da tempo, estremamente informativo, anche se un po' cauto, fornisce le risposte.
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Un tempo gli spartiti stampati erano costosi. Non tutti potevano permetterseli. Per questo motivo un musicista di campagna, ad esempio, avrebbe acquistato un'edizione stampata della Sacrificio musicale acquistò una copia e pagò solo otto groschen invece di un reichstaler. (E quanto ne ricavò il compositore in un'epoca priva di Suisa e Pro Litteris?). Sarebbe stato ancora più economico (circa cinque groschen) copiare la musica da sé. Ne valeva la pena se si considera che un musicista stipendiato aveva a disposizione circa otto talleri al mese per sé e la sua famiglia.
Dettagli illuminanti come questi della vita quotidiana dei musicisti si trovano sempre in questa storia sociale della musica barocca. Ci porta nei bassifondi della pratica in un modo incredibilmente emozionante. Sono coinvolti diversi autori, ma i due curatori Peter Hersche e Siegbert Rampe hanno dato il contributo principale: la situazione economica e l'ordine sociale dell'epoca, che non è facile da riassumere e ancor meno da generalizzare per un'epoca così eterogenea e in evoluzione. La situazione era in continuo mutamento. Dove si svolgeva la musica e chi la eseguiva? Che status avevano i musicisti e che status avevano i loro strumenti? Chi li costruiva? Chi li addestrava? Cosa poteva permettersi un musicista con il suo stipendio: un piccolo giardino, una biblioteca, una cameriera per la moglie? Le domande sono tante.
E poiché non si tratta affatto di arte, ma piuttosto delle circostanze in cui viene creata, e in particolare del denaro, l'argomento è presentato in modo sobrio e chiaro. L'attenzione si concentra principalmente sulle condizioni nei Paesi di lingua tedesca e risulta quindi un po' sfocata verso il mondo esterno. Non viene inoltre nascosto che in realtà sappiamo troppo poco. Per molto tempo la musicologia non ha praticamente prestato attenzione a questa storia sociale. Bach è stato compatito quando ha chiesto un aumento di stipendio, ma è stato trascurato il fatto che questo ha riguardato quasi tutta la professione musicale. Forse è anche per questo che gli autori non si avventurano in aneddoti o speculazioni. Nel complesso, il libro è estremamente informativo e illustrato con molti esempi, ma non è veramente pieno di vita. Questo è forse anche un vantaggio, perché non nasconde nulla. Ci mostra i nudi fatti della vita quotidiana.
Sozialgeschichte der Musik des Barock, a cura di Peter Hersche e Siegbert Rampe, (Handbuch der Musik des Barock 6), 400 p., ill., copertina rigida, € 108,00, Laaber-Verlag, Laaber 2017, ISBN 978-3-89007-875-5