Mendelssohn rimane una patata bollente
Peter Gülke traccia un quadro di Felix Mendelssohn Bartholdy caratterizzato dai paradossi dell'epoca e da una visione ancora unilaterale delle sue opere.
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Quando il Quartetto per archi op. 80 in fa minore viene esaminato più da vicino come prima opera e porta alla domanda "Perché il genere minore predomina così vistosamente nell'area strumentale (...)", l'autore si muove nell'area della sua precedente pubblicazione del 2015, Musica e saluti. Lì aveva unito intuizioni sorprendenti in una serie di opere che vanno dal Medioevo al presente sotto il comune aspetto della morte. L'Opera 80 di Mendelssohn ci irrita per la sua spietatezza nei confronti della forma; fu composta poco dopo la morte della sorella Fanny - e pochi mesi dopo morì anche lui. Con questa struttura, Gülke vuole contrastare fin dall'inizio la critica di "perfezionismo" e "levigatezza" che ancora oggi viene rivolta a Mendelssohn nelle descrizioni delle sue opere. E conclude questa sezione con la frase: "Questa morte precoce è anche una delle catastrofi della storia della musica".
Gülke non si sottrae alle domande, anzi le provoca immediatamente quando non è con l'ottetto e con la musica per la Sogno di una notte di mezza estate Il compositore non prosegue con le opere oggi popolari e riconosciute, ma utilizza la Sonata per pianoforte op. 6 e il Quartetto per archi op. 13 del non ancora ventenne per indicare riferimenti indipendenti a grandi modelli. Il suo talento nell'analizzare e al tempo stesso descrivere vividamente il corso della musica si dimostra anche quando si limita "solo" a dettagli (per lui) vistosi, che però portano sempre a un'illuminante intuizione individuale.
Con la criptica citazione di Schumann come sottotitolo, che completa già nella prima pagina: "È il Mozart del XIX secolo, il musicista più brillante che vede attraverso le contraddizioni del tempo più chiaramente e le riconcilia per primo", Gülke pone al centro il significato del compositore per il periodo del "Romanticismo". Allo stesso tempo, sottolinea le difficoltà nel valutare la sua opera nel suo complesso e la sua biografia: "Mendelssohn rimane una patata bollente".
La situazione familiare privilegiata, il sensazionale talento precoce dei fratelli Fanny e Felix, l'incoraggiamento unilaterale del ragazzo e il relativo blocco della creatività della sorella sono presentati in modo non abbellito, così come le numerose opere sacre di Felix, che dovevano dimostrare la serietà della sua conversione al cristianesimo, ma che si sono poi concretizzate con i due oratori San Paolo e Elias ma ha dimostrato di non voler favorire nessuna delle religioni - dalla sua Sinfonia della Riforma ha preso le distanze e non li ha resi disponibili per la stampa.
Il capitolo più ampio, "Im schönen Zugleich von Kunst und Religion" ("Nella bella simultaneità di arte e religione"), si concentra su quest'area della musica sacra, dove Gülke vuole individuare le contraddizioni in modo più chiaro: "Molte composizioni, complementari al Sinfonia della Riforma e al Inno di lodesembrano tentativi di minare la distinzione spirituale/secolare dal lato secolare". E altrove: "In nessuna opera di Mendelssohn la ricezione e il giudizio si contraddicono così acutamente come nella musica sacra". Gülke dedica quindi le analisi più dettagliate ai due oratori, ma sottolinea: "Cercando di ascoltare il più profondamente possibile la musica di Mendelssohn, rischiamo di capirlo diversamente da come voleva essere capito".
Peter Gülke: Felix Mendelssohn Bartholdy, "Der die Widersprüche der Zeit am klarsten durchschaut", 139 p., con illustrazioni e bibliografia, € 29,99, Bärenreiter/Metzler, Kassel/Stuttgart 2017,
ISBN 978-3-7618-2462-7