La nascita del compositore

La paternità musicale è stata chiaramente definita solo nelle fasi successive della storia della musica.

Johannes Tinctoris (ca. 1435-1511) sulla copertina del volume MS 835 della Biblioteca Universitaria di Valencia. Fonte: Larousse Media/wikimedia commons

Nel Medioevo e nella prima età moderna, il termine "autore" era molto più vicino a "autorità" che a ciò che oggi chiamiamo "paternità". Il fatto che non esistessero quasi esempi di "autori" musicali, o al massimo nebulosi, soprattutto in epoca classica, non facilitava le cose agli studiosi dell'epoca. Mentre Petrarca poteva tranquillamente definirsi un discendente dei suoi "padri" classico-latini, negli anni Settanta del Quattrocento Johannes Tinctoris citava come esemplari compositori il cui lavoro (secondo il suo racconto) risaliva a non più di quarant'anni prima, come John Dunstable. Un elenco di nomi in un trattato può avere una funzione di legittimazione storica; il nome di un compositore in una stampa di musica antica ha più una funzione di "copyright"; la trasmissione del nome di un monaco di San Gallo ha probabilmente un significato diverso. La pubblicazione di Michele Calella si propone ora di presentare una visione differenziata di quando e come l'idea del compositore come "autore" sia emersa nella musica del Medioevo e della prima età moderna.

Il libro esamina i contesti storico-musicali e il contesto che ha portato alla costruzione di immagini più o meno ideologiche del passato musicale. Dopo un primo capitolo introduttivo e concettualmente chiarificatore, in cui prevale la visione filosofica e metastorica, le pagine successive si concentrano sull'interpretazione concreta attraverso esempi storici. L'enorme ricchezza di materiale, da San Gallo nel X secolo a Monteverdi, è raggruppata in capitoli tematici. Il secondo capitolo, sulla paternità nella cultura manoscritta, culmina in una riflessione sul repertorio del XV secolo. La funzione dell'autore, spesso nominato anche nei testi cantati, è probabilmente aumentata in quel periodo come parte di una valorizzazione sociale della professione musicale. Di conseguenza, il terzo capitolo affronta una questione strettamente correlata, ovvero il rapporto tra il compositore (nominato) e il suo pubblico dopo l'invenzione della stampa musicale. Qui giocano un ruolo diversi contesti: dal rapporto tra il musicista e i suoi mecenati alla protezione dei suoi diritti economici attraverso i privilegi di stampa.

Nel contesto di un discorso di teoria musicale o di storia della musica, l'interesse per la composizione musicale (anziché per la presentazione della dottrina filosofica della "musica") compare piuttosto tardi. Come previsto, il quarto capitolo è incentrato sullo scrittore di musica Johannes Tinctoris, che tentò di scrivere una teoria musicale pratica a Napoli. Una concezione moderna del ruolo del compositore appare poi nella teoria del XVI secolo. Esemplare è la costruzione di Josquin come compositore eccezionale nel libro di Glarean. Dodecachordon, che viene trattato nel quinto e ultimo capitolo. Come una sorta di prospettiva, il racconto di Calella si conclude con la nota polemica tra Giovanni Maria Artusi e Claudio Monteverdi, che ispirò a quest'ultimo il termine seconda prattica. Il teorico razionale entrò in conflitto con il compositore, che si affidava alla percezione sensoriale e allo stretto riferimento al testo da musicare. La novità è che è proprio l'esecutore a creare una storia musicale e a legittimare consapevolmente le sue innovazioni dal punto di vista storico.

Un ricchissimo elenco di fonti e letteratura e l'indispensabile indice dei nomi completano il volume. L'inserimento del libro di Michele Calella, attualmente professore all'Università di Vienna, nella collana Contributi svizzeri alla ricerca musicale è grazie al suo precedente lavoro presso l'Istituto di Musicologia di Zurigo. Dopo più di dieci anni, la tesi di abilitazione (naturalmente ampliata e aggiornata), scritta durante gli anni trascorsi in Svizzera, viene ora pubblicata.

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Michele Calella, Musikalische Autorschaft: Der Komponist zwischen Mittelalter und Neuzeit, Schweizer Beiträge zur Musikforschung, vol. 20, 355 p., € 46,95, Bärenreiter, Kassel 2014, ISBN 978-3-761818-65-7

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