Suisseculture critica i tagli alla spesa culturale

Suisseculture, l'organizzazione mantello dei professionisti della cultura svizzeri, ha criticato aspramente i massicci tagli al budget culturale previsti dal Consiglio federale. Il governo federale rende così impossibile affrontare le sfide poste dalla pandemia.

Quello che nel comunicato stampa del Consiglio federale viene descritto come un "calo temporaneo" della crescita, scrive Suisseculture, significa tagli al budget del due per cento in cifre per il 2024. Tagli che colpirebbero la cultura nel momento peggiore. Nelle decisioni finanziarie per gli anni dal 2025 al 2028, il Consiglio federale ha fissato all'1,2 per cento il limite massimo di crescita obiettivo nel settore della cultura. Ciò significa che l'obiettivo di crescita non è neanche lontanamente sufficiente a compensare i tagli effettuati nel 2024. Ciò renderebbe impossibile affrontare le sfide del settore culturale o compensare l'inflazione.

In un momento in cui si sta negoziando un adeguamento del costo della vita di diversi punti percentuali sulla massa salariale, non è giustificabile una riduzione della spesa culturale (la maggior parte della quale confluisce direttamente nei pagamenti dei salari). È invece giunto il momento di introdurre misure sostenibili per migliorare la sicurezza sociale dei professionisti della cultura, con corrispondenti adeguamenti dei regimi pensionistici del primo e del secondo pilastro.

Articolo originale:
https://www.suisseculture.ch/?article=der_bundesrat_verkauft_kuerzungen_als_wachstum

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