"Cristo sul Monte degli Ulivi
Beethoven ogni venerdì: in occasione del suo 250° compleanno, ogni settimana analizziamo una delle sue opere. Oggi l'oratorio "Cristo sul Monte degli Ulivi".
La grande musica vocale di Beethoven è spesso ridotta a poche opere. Il finale della Nona è sulla bocca e nelle orecchie di tutti. Il Missa solemnis può essere chiamato con sicurezza Opus magnum e la Messa in Do maggiore sta alla sua ombra. Ma un oratorio, soprattutto per la Settimana Santa? In effetti Cristo sul Monte degli Ulivi L'op. 85, unico contributo di Beethoven a questo genere, è quasi completamente scomparso dal repertorio. Forse fu il caso a portare Beethoven a comporre quest'opera. All'inizio del 1803, Emanuel Schikaneder gli aveva commissionato un'opera per il Theater an der Wien. Inoltre, gli era stato assicurato che avrebbe potuto eseguire dei concerti con i musicisti a proprio beneficio, il primo il 5 aprile 1803, il martedì della Settimana Santa.
Beethoven aveva incluso nel programma le sue prime due sinfonie e il terzo concerto per pianoforte e orchestra. Anche l'oratorio fu composto più o meno a breve termine, in sintonia con l'anno ecclesiastico. In seguito affermò che era stato scritto in "un anno".14 giorni" è stato scritto, è cum grano salis di prendere. I primi abbozzi risalgono al febbraio di quell'anno. Soprattutto, però, Beethoven vedeva evidentemente l'oratorio come un passo verso l'opera, sia dal punto di vista drammaturgico che musicale.
Cristo sul Monte degli Ulivi fu eseguita con successo. Tuttavia, il libretto di Franz Xaver Huber (1755-1814) si rivelò problematico al di fuori di Vienna, tanto che l'editore apportò modifiche non autorizzate al momento della stampa (Breitkopf & Härtel, Lipsia 1811). Beethoven ne venne a conoscenza solo nelle bozze di stampa - troppo tardi per poter chiarire i punti fondamentali a suo favore, anche se dovette ammettere: "il testo è estremamente scadente nel vecchio significato di "semplice", Ma una volta che si è usciti da una brutta situazione arbitrare testo nel suo complesso, è difficile evitare che venga disturbato da singoli cambiamenti."
In particolare, ha fatto riferimento al coro dei guerrieri, cosa che sembra un po' strana: "L'abbiamo visto, / andare verso quella montagna, / prendere il sentiero a sinistra, / deve essere molto vicino!"Tali versi hanno senso solo sullo sfondo della tradizione esecutiva viennese, che a quanto pare comprendeva anche un concetto scenico. In ogni caso, diversi libri di testo dell'epoca contengono riferimenti corrispondenti, come "Cristo. Si inginocchia a una certa distanza dai discepoli addormentati.", "CCristo sorge", "Paolo sfodera la spada", "Coro dei soldati che conducono Cristo". Qui vale particolarmente la pena di consultare il testo musicale dell'attuale edizione integrale (disponibile anche come partitura di studio presso Henle). E una volta conquistati dall'introduzione sinfonica (che inizia in mi bemolle minore!), probabilmente vorrete continuare ad ascoltare con curiosità...
Informazioni sul punteggio dello studio:
Ludwig van Beethoven. Christus am Ölberge op. 85, a cura di Anja Mühlenweg (Studien-Edition), Henle-Verlag Munich, 255 pagine (HN 9311)
Ascoltate!