Pietre sonore
Il duo Dahinden/Kleeb improvvisa con veemenza e sensibilità.
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A volte, in questi tempi di ascolti persi e di kitsch, si ha semplicemente bisogno di questo modo breve ed energico di fare musica: suoni concisi, duri come la roccia, taglienti, che ti parlano subito, senza se e senza ma, senza giri di parole o inibizioni e senza ingraziamenti. E ti chiedi subito: come fanno? A mettere in gioco le pietre sonore a un ritmo così rapido senza creare disordine...
In parole povere, questo è il risultato di una vita di pratica. Il trombonista Roland Dahinden e la pianista Hildegard Kleeb, coppia da trent'anni nella vita e nella musica, improvvisano insieme in questo CD; si percepisce in ogni momento la familiarità reciproca, la naturalezza con cui i loro movimenti musicali si incastrano. (Infine, è necessario un terzo partner affidabile: l'etichetta HatHut, che da decenni pubblica registrazioni dei due musicisti). Qui confluiscono influenze diverse, alcune provenienti dalla nuova musica, ma anche dal jazz, in colori chiari, ma anche alienati.
Pietre - I due musicisti hanno ragione a chiamarlo pietre. E a prevenire qualsiasi associazione: Pietre non significa gioielli; qui abbiamo a che fare con pezzi grezzi che non negano la loro origine geologica, che non servono solo come decorazione, ma dimostrano la loro durezza. Non solo quando iniziano a rotolare e a sfrecciare con veemenza e forza eruttiva, ma anche quando giacciono lì tranquille. È meraviglioso come il pezzo tranquillo sia sensibile Bianco volante i suoni si fondono insieme, sfumati e rumorosi, puri e crudi. Vengono dal profondo.
Pietre. Roland Dahinden, trombone; Hildegard Kleeb, pianoforte. HatHut Records hasOLOGY 739