Impulso passionale e urgente

I quattro quartetti per archi di Friedrich Theodor Fröhlich sono pubblicati da Amadeus-Verlag. Il quartetto in sol minore è orientato verso Bach, Beethoven e Mendelssohn ed è anche molto indipendente.

La città natale di Fröhlich, Brugg, intorno al 1810, acquatinta di Johann Wilhelm Heim, wikimedia commons

Ad Aarau, vicino alla sua città natale di Brugg, si sentì sepolto vivo musicalmente, dopo aver respirato per diversi anni l'aria molto più cosmopolita e culturalmente ricca della lontana Berlino. Non solo a suo vantaggio, ma Friedrich Theodor Fröhlich (1803-1836) era un giovane molto intelligente, ricco di talento e di cultura, ma anche pensieroso, a volte polemico e soprattutto troppo sensibile. Pur avendo incontrato a Berlino i grandi del suo tempo, come Felix Mendelssohn, e pur avendo studiato sotto la guida del suo maestro Carl Friedrich Zelter, rimase una figura emarginata, mite e paternalistica, che trasformava ogni rifiuto e ignoranza del suo lavoro e della sua persona in un'amara frustrazione, che lo consumò per tutta la vita e lo spinse infine al suicidio. La sua eccitabilità emotiva, il suo spirito affamato di bellezza, costituirono il grande serbatoio tematico per uno sviluppo artistico espressivo e di successo. Tuttavia, sarebbe stata necessaria una costituzione di base più stabile e un maggiore sostegno esterno per fornire la disciplina e il quadro economico necessari. Fröhlich era quindi un grande talento, secondo le conoscenze attuali addirittura il più importante del primo Romanticismo svizzero, che fallì troppo presto per colpa sua e del suo ambiente.

Nonostante il periodo creativo relativamente breve, la catalogazione completa della sua opera è ancora lontana dall'essere completa. È grazie a un'iniziativa della Società Internazionale Fröhlich e della casa editrice Amadeus di Winterthur che è stata completata, tra l'altro, la serie dei quattro quartetti per archi da lui lasciati, che sono tra le sue creazioni più ambiziose e migliori. In linea con l'impulso appassionato e urgente del suo tempo, essi si caratterizzano per la loro originalità, che rende ancora più dolorosa l'assenza delle opere successive. Tanto più che la fine di Fröhlich avvenne in un momento in cui il contributo dominante di Beethoven al genere portò a una paralisi del quartetto d'archi, che solo Robert Schumann riuscì a superare dopo Mendelssohn. Di Fröhlich vanno ricordati innanzitutto i meravigliosi temi cantati e luminosi, soprattutto nei movimenti lenti, ma anche la gioia formale della sperimentazione, il rischio di colpi di scena armonicamente sorprendenti, la conversazione sempre accattivante tra gli strumenti. Può darsi che a volte egli si spinga troppo in là con i contenuti della sua musica, che voglia troppo e che quindi perda coerenza intellettuale. Ma la sua originale musicalità ha da tempo compensato queste carenze con una drammaticità e una densità narrativa piacevoli per il pubblico, che può sempre assicurarsi gli applausi e l'attenzione dei suoi ascoltatori.

Il quartetto per archi in sol minore (tre dei quattro quartetti sono in minore, tra l'altro), pubblicato da Amadeus come sempre ad altissimo livello, dovrebbe contribuire a far conoscere meglio questo compositore svizzero, che è ancora considerato una punta da addetti ai lavori. Le icone di Fröhlich, Bach, Beethoven e Mendelssohn, sono qui onnipresenti e si fondono sotto la sua creatività nella genialità, in definitiva dominante, di un maestro originale e per nulla epigonale.

Inizia in modo insolito con un tema struggente, simile a un inno, con quattro variazioni meravigliosamente ornate nell'Andante, che mettono in mostra tutti gli strumenti al meglio. Il secondo movimento è un rapido scherzo alla maniera beethoveniana che, nonostante le accentuazioni, riesce a suonare allegro come un valzer. Il Largo cantabile si dedica interamente all'intimo tema principale e alla sua modulazione; l'Allegro molto, infine, inizia in modo oscuro e misterioso e avrebbe potuto costituire un finale brillante in termini di materiale tematico. Fröhlich si sofferma ripetutamente su dialoghi un po' troppo brevi che rallentano la spinta emergente e impediscono il grande slancio. Tuttavia, la musica vale assolutamente la pena di essere ascoltata.

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Friedrich Theodor Fröhlich: Quartetto per archi in sol minore, a cura di Gerhard Müller, partitura e parti BP 2824, fr. 62.00, Amadeus-Verlag, Winterthur 2018

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