Il pensiero musicale di Reger
L'imponente studio di Hans-Peter Retzmann fornisce molti approcci stimolanti e termini monetari per riassumere questo cosmo musicale, ma appare incompiuto.
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La musica di Max Reger non è facile da capire. Si muove tra tempi e direzioni estetiche. Anche a cento anni dalla sua morte, il suo status rimane controverso. È quindi ancora più gratificante quando un conoscitore intimo - anche delle difficoltà tecniche di esecuzione delle opere - si propone di aprire il significato speciale del fenomeno Reger. L'organista e teologo Hans-Peter Retzmann ha Uno studio sul pensiero musicale di Reger in cui esplora le caratteristiche essenziali del modo di comporre di Reger e del suo "atteggiamento" musicale. Per farlo, si basa sulle dichiarazioni dello stesso compositore, sopravvissute in un gran numero di lettere, ma soprattutto sulle opere (organistiche) stesse. Basandosi sul concetto di "melodia armonica" dello stesso Reger, Retzmann conia un ulteriore vocabolario con cui si possono riassumere i processi compositivi e gli obiettivi estetici di Reger: linea emancipata, campi espressivi, miniaturizzazione, connessione emotiva interna, cifratura musicale, tecnica delle cellule a mosaico, delimitazione dell'opera. Ulteriori ricerche dovranno dimostrare se questi termini saranno validi anche in futuro. Particolarmente illuminanti sono le osservazioni sulla ricezione di Bach da parte di Reger, sulla sua posizione alternativa nel dibattito tra programma e musica assoluta dell'epoca e sulla fondamentale apertura del linguaggio espressivo musicale di Reger, che non è vincolato dal contenuto.
Data la complessità dell'argomento, c'è il rischio di non assicurare completamente le concettualizzazioni e di confondere il vocabolario una volta acquisito, anziché metterlo in relazione rigorosa. Nemmeno Retzmann è sfuggito a questo pericolo, poiché termini importanti per lui come "disparità" (da p. 51), "cellula parametrica" (da p. 112), "comportamento trasgressivo" e "valenze" (da p. 294), nonché "trasformazione integrale" (da p. 311) non sono sufficientemente motivati o non sono scelti con totale precisione. Forse l'autore voleva anche troppo: i suoi commenti aggiuntivi sulla ricezione della musica di Reger, sulle riflessioni di Albert Schweitzer sulle questioni stilistiche dell'organo e, infine, sull'interpretazione delle opere organistiche vanno al di là delle sue intenzioni e oscurano i suoi risultati e postulati centrali. Ciò che manca al libro è una revisione critica che avrebbe consigliato l'autore sia nella sistemazione dei suoi pensieri sia nella correzione delle carenze linguistiche. Numerosi errori di stampa, formattazione e formulazione danno l'impressione che l'imponente e stimolante studio sia rimasto alla fine una bozza.
Hans-Peter Retzmann, La musica di Max Reger. Eine Studie zu Regers Musikdenken, (=Quellen und Studien zur Musikgeschichte von der Antike bis in die Gegenwart, ed. by Michael von Albrecht and Eliott Antokoletz, vol. 44), 364 p., Fr. 76.00, Peter Lang, Bern et al. 2015