La suissecultura si difende dal paternalismo statale

In una recente dichiarazione, Suisseculture, l'organizzazione mantello dei creatori culturali svizzeri, accoglie con favore le misure contro il furto di opere tramite piattaforme internet illegali. Inoltre, respinge con forza qualsiasi paternalismo statale nei confronti delle società di gestione collettiva.

Foto: tarudeone/pixelio.de

Suisseculture ritiene che le opere protette debbano continuare a essere liberamente scaricabili da Internet per uso privato. L'associazione sostiene quindi le misure di protezione attualmente proposte nel dibattito politico in merito al caricamento e alla distribuzione illegale di contenuti protetti.

Tuttavia, per limitare o impedire l'accesso alle fonti illegali, occorre garantire che le persone autorizzate siano adeguatamente compensate per le loro opere e prestazioni protette. A tal fine, Suisseculture presenta una proposta di compenso per l'utilizzo delle opere su Internet da parte di un determinato gruppo di persone, che deve essere pagato dai provider.

Susseculture ritiene sufficiente l'attuale supervisione delle società di gestione collettiva. Tuttavia, estendere questa vigilanza all'adeguatezza della gestione e alle aree di volontariato, come previsto dal progetto del Consiglio federale, è un'assurdità burocratica.

Suisseculture sostiene la proposta del diritto di prestito, un adeguamento dovuto che è stato introdotto da tempo nei Paesi vicini, ma chiede che venga esteso al settore digitale (il cosiddetto "e-lending"). Suisseculture chiede anche l'introduzione del diritto di seguito, atteso da tempo. Questo garantisce un compenso agli autori quando le opere d'arte visiva vengono rivendute dal commercio artistico professionale.

La dichiarazione completa: www.suisseculture.ch
 

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