HKB lavora al nuovo clarinetto contrabbasso

L'Agenzia federale di finanziamento CTI (Commissione per la tecnologia e l'innovazione) ha approvato il progetto interdisciplinare "Contrabassclarinet Extended". Con Segelke+Partners come partner pratico, l'Università delle Arti di Berna e il Dipartimento di Tecnologia dell'Università di Scienze Applicate di Berna stanno sviluppando un nuovo clarinetto contrabbasso in un prototipo pronto per la produzione in serie.

Foto: Donna Molinari

Il nuovo clarinetto contrabbasso intende superare la mancanza di qualità tonale e tecnica dello strumento con una "premessa radicalmente nuova": sostituendo la meccanica tradizionale con chiavi sensoriali-dinamiche e chiavi motorizzate, non è più necessario scendere a compromessi sul posizionamento dei fori tonali, scrive la HKB. Il suono e l'intonazione risulterebbero notevolmente migliorati e si creerebbero nuove interfacce per compositori ed esecutori, e anche per la media art. Il progetto di Ernesto Molinari è diretto da Roman Brotbeck.

La HKB è stata invitata a partecipare al progetto europeo "Experimentation versus Interpretation: Exploring New Paths in Music Performance in the Twenty-First Century", organizzato dal Consiglio europeo della ricerca e dall'Orpheus Institute di Gand. Il professore del FNS Kai Köpp agirà come esperto permanente e contribuirà al progetto con uno studio sulle registrazioni storiche della cerchia di Schönberg.

Un nuovo progetto del FNS, presentato con successo da Thomas Gartmann, responsabile della ricerca presso la HKB, esplora il modo in cui le opere pianistiche di Beethoven sono state accolte nel lungo XIX secolo: due tesi di laurea, strettamente collegate tra loro, esaminano come le pratiche interpretative siano cambiate e si siano sviluppate dopo la morte di Beethoven e quindi, in larga misura, ancora oggi plasmino la nostra immagine di Beethoven.

Leonardo Miucci prende come punto di partenza le annotazioni di diario, le lettere e le scuole di pianoforte di Ignaz Moscheles e confronta le due principali edizioni di Beethoven che egli realizzò negli anni Trenta del XIX secolo per il mercato inglese e vent'anni dopo per quello tedesco. Manuel Bärtsch valuta le registrazioni con i rulli Welte-Mignon e le prime registrazioni acustiche e le contestualizza dal punto di vista storico ed estetico. Entrambi gli studi si concentrano sull'articolazione, la dinamica, l'agogica, la pedalizzazione, la trasposizione dei segni di esecuzione, il tempo e i segni di metronomo.

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